Tre D
DOP DIT DM
DoP
Se vogliamo dare una definizione alla “TRECCANI” si definisce Direttore della Fotografia chi assicura una coerenza figurativa all’immagine lungo l’intero arco del film, secondo le necessità del racconto, attraverso la disposizione sul set delle fonti naturali e artificiali di luce, in combinazione con la scelta dei negativi se è girato in pellicola oppure si consulta con il Dit e il DM se è girato in digitale e poi della scelta degli obiettivi, prefigurando infine le risultanze dei processi di sviluppo e stampa. Durante le riprese è il responsabile di un reparto vasto e articolato, al quale fanno capo gli elettricisti, addetti allo spostamento fisico dei corpi illuminanti e ai collegamenti delle linee, i macchinisti, che hanno il compito di montare i carrelli e i supporti fisici della camera, gli assistenti-operatori, che caricano i negativi negli châssis delle macchine, prendono i fuochi e maneggiano gli obiettivi, nonché gli operatori che controllano le inquadrature alla loop della macchina da presa. Il direttore DOP deve avere anche una buona conoscenza della fisica della luce in tutti i suoi aspetti elettromagnetici e dell’elettronica dei sensori delle macchini per determinarne la resa e la risoluzione.
Nell’esercizio della sua funzione di garante dell’immagine del film, durante la fase di preproduzione il d. della f. partecipa ‒ di solito insieme al regista, allo scenografo e al direttore di produzione ‒ ai sopralluoghi per la scelta delle locations nelle quali sarà ambientata ciascuna scena di esterni o di interni ‘dal vero’, prefigurando anche l’orario nel quale le riprese dovranno essere effettuate, in ragione dell’altezza del sole e dell’effetto necessario all’andamento della storia. Allo stesso modo il d. della f. viene consultato dallo scenografo al momento della progettazione degli ambienti da ricostruire in teatro di posa, sia per quanto riguarda le necessità spaziali del reparto fotografico, sia per la scelta dei colori da impiegare. Al fine di agire in sintonia con le scelte cromatiche del film, è indispensabile anche un coordinamento con il reparto costumi; tale necessità è divenuta stringente dopo l’avvento del colore, ma comunque era stata già avvertita all’epoca del bianco e nero, allo scopo di governare la gamma dei grigi per evitare il rischio di un appiattimento dei diversi piani all’interno dell’inquadratura.
DIT
Le produzioni Digital Cinema sono aumentate esponenzialmente negli ultimi cinque anni. Il processo di cattura digitale delle immagini ha reso indispensabile una nuova figura professionale: il Digital Imaging Technician – DIT.
Il ruolo professionale viene ufficialmente sancito in America nel 1999 da l’International Cinematographers Guild, ed è ormai riconosciuto e largamente usato nelle produzioni più diverse (anche se con nomi diversi).
Questo professionista fa parte a tutti gli effetti del camera department. Un professionista on set che ha le competenze necessarie per supportare il lavoro del DoP.
Il DIT è, un supervisore di tutti i processi legati all’elaborazione delle immagini digitali, dalla fase di pre-produzione, fino all’inizio della post-produzione. L’espressione del lavoro del DIT è il suo workflow, un documento in cui si sviluppano nel dettaglio tutti i passaggi tecnici con cui si intende elaborare il girato (inteso sia come immagini digitali che come dati informatici) di un determinato progetto cinematografico.
I suoi principali compiti sono:
– controllo della qualità
– manipolazione dell’immagine
– continuità del girato a livello tecnico
– risoluzione dei problemi
– consulenza tecnica
Questi si declinano a seconda delle fasi di produzione del film, in quanto il Digital Imaging Technician è presente fin dalle prime battute di preparazione tecnica di un’opera. In pre-produzione la figura del DIT risulta utile per la scelta della camera, degli accessori e dell’attrezzatura relativa più appropriata per il progetto in quanto delinea i pro e i contro delle varie opzioni e crea l’asset giusto per meglio rispondere alle esigenze produttive e di regia. Controlla poi che le procedure scelte per la fase di produzione siano compatibili con la fase successiva di post, in modo da evitare successivamente problemi che possano comportare limitazioni o spese non previste. Sempre in questa periodo di preparazione il DIT si accorda con direttore della fotografia e regista per quel che riguarda la manipolazione dell’immagine: ciò che può essere fatto già in fase di ripresa.
DM
Il Data Manager è una professione molto più specializzata: i files generati dalle macchine da presa digitali devono essere immagazzinati secondo determinati principi (dettati dal Workflow del DIT), che non possono e non devono mai essere violati.
Il Data Manager, quindi, è colui che mette in sicurezza il materiale girato, crea i report di tracciabilità dello stesso, assicurandosi che arrivi a destinazione inviolato e perfettamente in linea con le richieste della post-produzione. Da questi due principi partono le differenze tra il DIT e il DM, che – a seconda dei casi particolari- si possono ampliare o assottigliare. Ci sono DIT che curano anche la “color pipeline”, ossia i processi con cui le immagini vengono elaborate per raggiungere una certa qualità colorimetrica) e DATA M. che impostano le macchine da presa, preoccupandosi che la naming convention utilizzata rispetti determinati canoni….tutto dipende da come è organizzato un workflow. Purtroppo, molti vedono il DIT come colui che imposta le macchine da presa, o che scarica il girato, perdendo di vista il suo ruolo più importante: l’organizzazione.